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foto 1

Venerdì scorso (28 settembre) son sceso in macchina da Bisaccia come un falco, in direzione Cairano. Ad un incrocio ho domandato se andavo bene. Quello seduto fuori al bar mi ha detto di si. “Vai bene, ma vai meglio se vai piano, so’ tutte curve”.

Infatti son tutte curve pericolose, specie quella di una disinvolta addetta alla segnalazione di lavori in corso. C’è infatti una strettoia e si procede, le rare auto, a senso alternato.

Ella indossa la tuta luminescente di rito, ha i capelli (tinti) rossi fuoco, è elegante e mi pare seducente e aderente, così come s’è messa, con in mano la paletta segnaletica che indica il “via libera” …

… io passo lento, la guardo e le lancio un galante: “La più bella!!” … e quella, la tutto-curve di Bisaccia, mi lancia un simpatico “Grazzieeee!!” infinito di ringraziamento, con un sorriso d’accompagnamento malizioso alla Sophia Loren anni ’50. Che Paese cinematografico, l’Italia.

Scendo a valle e vedo una bella freccia nuova nuova con la scritta Cairano. Giro perciò a destra, salgo, … la strada è larga, appena fatta, tutta asfaltata e agevole per un bel tratto; ciò mi meraviglia perché la ricordava interamente stretta e malagevole.

… Tanto appesa che la mia macchina, credo nel 2014, arrancò e poi si bloccò del tutto per il troppo peso: il mio e quello del godibile Marco Dezzi Bardeschi (morto poi nel 2018), nonché per quello di altri due (studenti) nei posti posteriori,. Dovettero venire giù a recuperarci dalla Pro Loco di su.

Ma ora no, la situazione stradale è molto migliorata, almeno al 50% e io sono solo a bordo. Quando la “Nova Cairanense” sarà terminata si andrà su facile e ciò -come sempre in questi casi di modernizzazione- sarà un bene e/o un male, dipende dai punti di vista e dalla gestione e cultura amministrativa (non facile) delle nuove risorse.

Da luogo separato e ostile terra d’emigranti per le miniere belghe anni ’50, Cairano diventerà fatalmente accogliente “location”, come ho sentito dire da una nativa, (ma pure dalla gran signora cairanopolitana Mazzeo di Chiaja),

AAA anche Cairano sarà inesorabilmente omologata ai consumi veloci del neoturismo contemporaneo. Non pare esserci altra via all’industria diffusa e capillare del “Pianeta come festival”, con l’Italia capitale mondiale della bellezza (donataci dal Padreterno e dall’ancien regime).

Ma ora sto ccà, a Cairano, (cioè a Carissus + anus), che mi era rimasta nella mente e nel cuore … c’ero stato una decina di anni fa per un paio di puntate di “Cairano 7x”, e in qualche altra frizzante occasione culturale, sempre di base …

… sempre su invito del re del riabitat, dell’imperatore del recupero presepe antichi borghi irpini terremotati il 23 novembre 1980: l’architetto e amico Angelo Verderosa di Sant’Angelo dei Lombardi, …

… del quale (senza che ci conoscessimo de visu) avevo parlato (bene) in un convegno a Castelfranci, anni fa, e poi ne avevo scritto (sempre bene) per la PresS/T-letter di LPP e per il blog dell’indimenticabile Giorgio Muratore di Roma …. c’è … ce stà ..

… c’è stato infatti un mio (non lunghissimo) “periodo irpineggiante”, facilitato in ciò dalla simpatia e guida indiana di Verderosa, con simpatici miei reportage architettonici sulla Bisaccia/bis di ALR, sulla Teora di Renna ecc. ecc.. …

… aaa .. avevo anche poi contribuito al nobile tentativo di aggregazione e animazione sul territorio compiuto del blog “Comunità provvisoria” che purtroppo (per le nostre solite storie di protagonismo individuale, sulle quali glisso per carità) si estinse prematuramente nel luglio 2011, una prece ma …

… ma il rimpianto per il defunto fece partorire due nuovi blog: “Piccoli paesi” (dove ci sono vari miei contributi) e “Comunità provvisorie”, plurale.

Insomma, una situazione molto vivace, dalla quale poi è emersa la figura mediatica del furbo “paesologo” Franco Arminio di Bisaccia che ha avuto gioco facile avendo ingarrato il filone (giusto e vendibile in questo momento) del rimpianto, della nostalgia, dello spaesamento, della perdita delle radici … della .. della .. e .. e dalli Harmin …

STOP, mi sto allargando… la storia è lunga e il post di successo dovrebbe essere breve, una botta veloce e via. Ma io so’ lungo e infatti so’ venuto a Cairano per rivedere il mio amico Antonio Luongo, il fornaretto di Cairano venuto da Milano, oltre un trentennio fa e che l’amore bloccò qui per una rottura della moto sulla quale viaggiava.

“Pane, amore e fotografia a Cairano” potrebbe essere il titolo del film della sua vita. Oltre a far bene il pane e l’amore Antonio è infatti un bravo fotografo d’ambiente. Alza una saracinesca e alle pareti vedo tanti quadri con le sue foto, tutte su Cairano tra Terra e Cielo .. tra sotto e sopra… tra dentro e fuori … tra luce e ombra. Dovendone scegliere una, posto e posteggio qui quella surreale dell’ombra di Cairano tra le nuvole, una favola. (vedi foto1) Dobbiamo farne insieme un libretto.

Andiamo un po’ in giro, meraviglia la Cairano dall’alto (vedi foto 2)… fotografo l’acuta e spigolosa forma urbana dei vecchi lotti abitativi triangolari (vedi foto 3 e 4) …

foto 2
foto 3
foto 4

… poi la suggestiva “via delle cantine” che ricordavo, cioè quella delle grotte scavate nella roccia in modo tale da ricavare ambienti utili a conservare in enormi botti il petrolio dei tempi agricoli, il vino … economia poi finita, ambienti in rovina, niente più da conservare, miseria, emigrazione, ma …

… ma questa cultura del vino oggi pare avere una nuova stagione, interna anche alla Nova Cairano: infatti la via antica delle cantine è stata all’uopo e restaurata, riallestita, (vedi foto 5), resa una moderna “location”, (credo sempre per merito dell’Angelo Verderosa architetto) e -come leggo – funzionale a un apposito progetto di sviluppo sorretto dal ben noto economista napul-salernitano Pasquale Persico …

Basta, me ne devo andare, s’è fatto tardi, ma tornerò. Promessa o minaccia? Non so, dipende dai gusti. Antonio mi ha detto che ne avrà piacere. Ciò basta. E avanza. Saluti.

Il Professore Longobardo