CAIRANO, UN PO’ DI STORIA

La zona fra Cairano e la Sella di Conza fin dalla preistoria ha rappresentato un importante punto di transito che metteva in comunicazione la valle dell’Ofanto con quella del Sele e quindi univa il litorale adriatico con quello tirrenico. Dalla sua posizione dominante il paese sovrasta il fiume e ne controlla il fondovalle.

La zona su cui sorge Cairano odierna doveva essere abitata almeno fin dall’inizio del primo millenio a.C. Infatti, scavi archeologici nelle località Vignale, Serra e Cannelicchio hanno messo alla luce abitati e necropoli che vanno dagli inizi del IX al VI secolo a.C. e fanno parte della cosiddetta Cultura Cairano-Oliveto. Le necropoli sono caratterizzate da tombe a fossa, fino ad ora le più vecchie tombe di questo tipo della Campania. I corredi funerari delle tombe consistono di oggetti metallici in bronzo ed in ferro, vasellame di impasto di produzione locale, ceramica di tradizione ionica, e ceramica a vernice prodotta nelle aree limitrofe della Lucania e delle Puglie. Oggi le tombe e gli abitati non sono visibili perchè sono state interrati dopo gli scavi di ricerca.

Conza, forse per la sua posizione più a valle e vicino al fiume, è sempre stato il centro più importante della zona, e Cairano faceva parte del suo territorio e ne ha seguito le vicende storiche. Secondo una tradizione, infatti, ad un certo punto Roma insediò a Cairano, che allora si chiamava Castellum o Castrum Carissanum, un presidio militare a difesa della città di Conza. In età longobarda dovette essere ancora un castrum militare a difesa delle valli sottostanti, fece certamente parte della diocesi di Conza come indica un documento del 1096, e fino al 1676 fu parte del feudo di Conza. Nel 1676 divenne feudo proprio e rimase tale fino al 1837, quando il feudalesimo fu abolito.

Oggi Cairano è un piccolo paese agricolo e conserva i suoi vicoli caratteristici anche dal punto di vista architettonico. Il sisma del 1980 distrusse o danneggiò oltre il 90% del paese: per grande fortuna, ci furono solo pochissimi feriti e nessun morto. Quasi tutto il paese è stato ricostruito mantenendo la planimetria originale.

                                              Fra storia e leggenda

Storia
Plinio il Vecchio, in un elenco di eventi strani e magici nel Libro II-57 della sua “Naturalis Historia” , dice che quando erano consoli Lucio Paolo e Caio Marcello “piovve lana nei pressi del Castello Carissano vicino al quale l’anno dopo fu ucciso Annio Milone”. Plinio non spiega cosa significa questo evento, ma questa è la prima menzione storica di Cairano.

Cesare, nel “De Bello Civile”, dice che Milone, partigiano di Pompeo nella guerra civile, “liberò alcuni ergastolani e con essi iniziò l’attacco di Compsa nell’agro Irpino. Quando era qui con una legione del pretore Q. Pedio…Milone fu ucciso da una pietra gettata da un muro”. Che Milone morì vicino a Conza è confermato anche da Velleio Patercolo nella sua “Storia di Roma”, pubblicata nel 30 A.D.

Nel 1096, Papa Urbano II mandò una Bolla all’ arcivescovo Alfano di Salerno in cui si parla della diocesi di Conza e delle chiese che ne fanno parte. In questo documento sono elencati il Castellum Carissanum e la sua chiesa. Infine, come indicato sopra, su una delle carte geografiche della Galleria delle Carte del Vaticano che furono completate nel 1583, il nome del paese appare scritto come Cairano, come dimostra la figura qui sotto. Notare il nome Calitro, ed il fatto che il nome di Conza è scritto in caratteri più grandi, forse perché Conza era sede vescovile. Da notare anche che Calitro e Cairano sono sulla parte opposta del fiume, rispetto a Conza, come dovrebbe essere, ma a valle, e non a monte. Notare, inoltre, che i nomi sono scritti in senso contrario alle cartine moderne, quindi per essere letti da Roma.

Cosa possiamo dedurre da queste informazioni storiche? Prima di tutto che Milone morì verso il 50 a.C. vicino a Conza. Secondo, che il nome Carissanum con riferimento ad una località vicino a Conza degli Irpini, cioè l’odierna Cairano, appare per la prima volta in un documento almeno nell’anno 77 A.D., quando furono pubblicati i primi sette libri della Naturalis Historia di Plinio il Vecchio. E terzo, che lo stesso nome è ancora usato nel 1096, ma diventa Cairano prima del 1580.

Leggenda
Una leggenda cairanese, per secoli tramandata oralmente e solo recentemente messa per iscritto (2) spiega come sarebbe morto Milone. Una contadina di Carissanum, dopo essere tornata dalla campagna ed essersi accorta che mancava l’acqua, prese il recipiente dell’acqua ed andò a “Pierlaripa”, la fontana ai piedi della rupe fuori del paese che esiste ancora oggi. Riempito il recipiente, la donna si avviò verso casa camminando per il sentiero che sale verso il paese. All’improvviso, prima sentì dei rumori strani che venivano dalla valle e poi notò delle ombre confuse. La contadina, essendo sola, ebbe un pò di paura, ma invece di scappare volle cercare di sapere la causa di quei rumori. Per vedere cosa sarebbe successo senza esporsi personalmente, spinse col piede alcuni massi malfermi sull’orlo del viottolo che naturalmente precipitarono con gran fragore. Quando un grande urlo venne dal basso, la contadina s’impaurì veramente, scappò al paese e diede l’allarme. A quanto pare, le pietre che aveva spinto la contadina avevano colpito mortalmente Milone e messo lo scompiglio nel suo drappello di uomini. Questi avevano intenzione di assaltare il Castrum Carissanum ma furono così fermati da una contadina e Milone morì di una morte ingloriosa.