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Per raggiungere Cairano per chi proviene da Nord, ci sono due possibilità, percorrere l’Autostrada Adriatica oppure l’Autostrada del Sole.

Cairano

viaggio in autostrada

Non ci si stancherebbe mai di guarda fuori dal finestrino mentre si viaggia in auto. È come essere seduti in un comodo cinema e veder scorrere, davanti agli occhi, una pellicola a colori; con la differenza che in viaggio, siamo noi stessi dentro il paesaggio.
Tutti abbiamo fatto viaggi in autostrada con la macchina che correva veloce, sorpassando o facendoci sorpassare dalle altre. Dopo un po’ che si corre, non ci si accorge più di andare tanto veloci, sembra quasi di stare fermi, e allora bisogna osservare le strisce bianche dipinte sull’asfalto per accorgersi come sfrecciano via rapide senza che si possa vere il tempo di guardarle ad una ad una; ed anche gli insetti che si schiacciano contro il vetro, o la pioggia che il tergicristallo non fa in tempo a spazzare. È bello veder scorrere intorno a sé campi sconfinati di erba, di grano, di riso, e gli alberi di un verde intenso che formano piccoli boschi o piantagioni ordinate. S’immagina di lasciare la strada e di inoltrarsi, per un viottolo che si vede, all’interno di uno di quei boschi dove il sole filtra a stento, magari con dei raggi pieni di pulviscolo dorato, e gli uccelli cantano o fanno il nido; dove vivono gli animali: i cinghiali, i tassi, gli scoiattoli, le volpi, e i terribili serpenti; forse sotto a quegli alberi, quando nessuno li vede, si riuniscono in strani esseri che leggiamo belle fiabe e che popolano i luoghi come questi: i nanetti con le fate e gli spiriti, i folletti, e i maghi con le streghe.
Ma l’automobile corre e la fantasia non può più oltre fermarsi perché cose nuove la colpiscono. Attraversiamo su un lungo ponte il fiume che serpeggia fra le rive ed ha proprio nel mezzo un’isoletta.
Vediamo per un istante una barca che sta traghettando e due pescatori con gli stivaloni di gomma, stanno nell’acqua fino a mezza coscia.
L’immagine è già passata, ma a noi è rimasta ancora lungo impressa, e fantastichiamo di vivere lungo il fiume, di attraversarlo o di fare lunghi viaggi con la barca trasportata dalla corrente: immaginando di pescare grandi trote o lucci, e di arrostirli la sera su una di quelle spiaggette di sassi, mentre il fiume col suo dolce rumore intorno.
E già vediamo in lontananza le colline e poi le montagne, alcune brulle, alcune tutte ricoperte di alberi, con i piloni dell’energia elettrica che scavalcano le casette di contadini sperdute sui pendii. Le nuvole bianche, vaporose, quasi toccano le cime sulle quali certo l’aria è fresca e frizzante. L’auto deve un poco rallentare ma corre ancora molto e noi ci addentriamo tra le montagne, lungo strette vallate verso una meta che forse è il nostro sogno.