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Anne Demijttenaere, Calcata, Costantino Morosin, Elisa Resegotti, Francesca Checchi, Hans-Hermann Koopmann, Il Giardino di Pianamola, Isola di San Secondo, Jonas Clementoni, Maria Pia Picozza, Nature and Art Projects, Opera Bosco, Philippe Daverio, Ponte della Libertà, Porta di Venezia, Venezia, Yongxu WANG
TERRA. TERRA
Installazione di Arte nella Natura sull’Isola di San Secondo a Venezia, visibile dalla Laguna e dal Ponte della Libertà dal 31 agosto 2015 fino alla sua scomposizione naturale.
Terra. Terra è un progetto che immaginai nel 2007, mentre mi recavo alla Biennale di Venezia per l’inaugurazione della mostra “13×17” curata da Philippe Daverio alla quale partecipavo. Negli anni successivi, ogni volta che arrivavo a Venezia con il treno, passando davanti all’Isola di San Secondo immaginavo di realizzarci un’opera di Arte nella Natura; la prima opera d’arte visibile a Venezia da tutte le persone che arrivano in treno o in macchina. La “Porta di Venezia”.
Grazie al contributo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e de Il Giardino di Pianamola – Nature and Art Projects, alla collaborazione della Legambiente di Venezia, alla concessione temporanea dell’Isola dall’Agenzia del Demanio e alla consulenza dell’artista Costantino Morosin e della paesaggista e curatrice Elisa Resegotti, il progetto si concreta e dal 15 agosto gli artisti Francesca Checchi, Anne Demijttenaere, Hans-Hermann Koopmann, Maria Pia Picozza e Yongxu WANG lavorano collettivamente alla realizzazione dell’installazione che sarà visibile dal 31 agosto 2015 dalla Laguna e dal Ponte della Libertà che congiunge Mestre a Venezia, fino alla sua scomposizione naturale. Il cantiere sarà ripreso dal designer e videomaker Jonas Clementoni che realizzerà un video seguendo le fasi successive di realizzazione dell’intero progetto.
Un’impresa temeraria dove gli artisti, confrontandosi con la piccola giungla che è diventata l’Isola disabitata di San Secondo, estendono il concetto di estetica all’ecosistema e, sul modello di Opera Bosco Museo di Arte nella Natura di Calcata, procedono alla manutenzione della vegetazione, come azione fondamentale all’individuazione del materiale naturale grezzo che utilizzano per la costruzione dell’opera. Valutano, quindi, il luogo, rendendolo proprio, carpendone i suoni, i colori, le forme, i profumi, nella relazione con l’orizzonte, il cielo, sentendosi attori davanti alla storia e non unicamente il frutto di questa. Un fabbricare che, equiparando il metodo di produzione al significato e alla sostanza fisica dell’opera, si presenta come propulsore, amplificatore e feed back del pensiero ecologicamente orientato per l’impostazione culturale delle attività dell’intera società e liberarci della condizione nella quale ci troviamo.
Un progetto che risponde anche all’esigenza di un atteggiamento di responsabilità sociale che restituisce all’arte il suo originario contenuto socio-politico-ambientale. Perché l’arte è il simbolo dell’anima dei popoli e i popoli vogliono un mondo ecologico ed equo con l’imprescindibilità di sostituire il consumismo con la creatività bio-degradabile e riportare le foreste, gli oceani, la natura tutta, che sono il nostro essere biologico e il nostro fondamento culturale, al centro della sacralità.
Il progetto è realizzato in collaborazione con la Legambiente di Venezia per alzare, a Venezia, una bandiera in difesa dell’ambiente e sensibilizzare il pubblico sulle problematiche ecologiche con lo strumento dell’arte. Un’opera per omaggiare la Laguna di Venezia anche e talismano per il ripristino delle cure dell’ambiente che permettono alla Laguna di continuare ad essere Patrimonio dell’Umanità. La Legambiente di Venezia coordina un campo di volontariato, di giovani da tutta l’Italia e da altri Paesi del Mondo impegnati alla pulizia dell’Isola, che si avvia il 1 luglio presso il Museo di Storia Naturale di Venezia con una giornata di formazione dedicata ai volontari che parteciperanno al progetto.
Anne Demijttenaere 1.7.2015